di Mattia Santarelli
Una corretta pubblicità e una seria informazione, come abbiamo in parte spiegato in alcuni dei punti e degli articoli precedenti di FREE, svolgono per noi un ruolo chiave nella lotta per assicurare il diritto ad un aborto libero, sicuro e consapevole.
Per questo motivo reputiamo inaccettabile la crescente diffusione di materiale pubblicitario portatore di disinformazione, contenuti stereotipati e sessisti, che nulla hanno a che vedere con la funzione educativa che la stessa pubblicità e gli stessi mezzi di comunicazione dovrebbero svolgere. Vicende come quelle avvenute lo scorso 8 marzo a RomaXVI sono la prova che esiste un intero sistema di associazioni antiabortiste che ogni giorno cerca di diffondere notizie false ed infondate, volte a far dilagare paura e disinformazione soprattutto tra i più inesperti, al fine di rafforzare le proprie posizioni e diminuire la consapevolezza autodeterminante delle stesse donne.
Proponiamo, in primo luogo, di regolamentare in maniera più specifica i contenuti pubblicitari vietati, inserendo un apposito articolo all'interno del "Regolamento per le affissioni" di ogni comune. Sulla scia dell'art.12-bis del Regolamento del Comune di Roma (al quale lo stesso comune ha fatto appello per disporre la romozione delle pubblicità sopracitate), proponiamo che siano aggiunti i seguenti punti ai regolamenti comunali che ne siano sprovvisti:
Divieto di esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti o violenti, rappresenti la mercificazione del corpo femminile, od offra notizie false, tendenziose o che siano comunque prive di un fondamento scientifico riconosciuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Divieto di esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, delle abilità fisiche e psichiche. Contestualmente, riteniamo opportuno che non siano più concessi finanziamenti pubblici a tutte quelle associazioni/soggetti che con il proprio operato contribuiscano a diffondere disinformazione e contenuti lesivi delle libertà individuali, secondo i criteri sopra enunciati.
È impensabile che si possa fare disinformazione, diffondendo fake news dannose e lesive, utilizzando addirittura fondi e spazi pubblici. Non è un qualcosa che ci possiamo più permettere, bisogna fermare questa deriva.
FREE è libertà. Libertà di scegliere.
Comments