
di Sebastiano Del Rosso.
Partiamo dai fatti: domenica 9 marzo, la neonata pagina social Articolo 52 pubblica un video in cui pesta un ragazzo di origini nordafricane, apparentemente reo di aver rubato una collana a una ragazza. Siamo a Milano, zona Navigli. Correlato al video del pestaggio, una richiesta di donazioni tramite IBAN o attraverso una raccolta fondi su Telegram, nel gruppo chiamato Gli Orgogliosi. Nelle loro parole, non sono né squadristi né una milizia armata, ma semplici ronde di controllo che fanno sì che tutto a Milano fili tranquillo.
Data la scontata notiziabilità, il video si è propagato non sui social, ma anche sui siti dei principali quotidiani italiani. Un certo Max, uno dei fondatori, ha avuto l’onore (?) di essere chiamato a La Zanzara, dove ha sostanzialmente ribadito che è necessario reagire agli extracomunitari in Italia e che le forze dell’ordine meritano i pieni poteri.
L’Articolo 52 della Costituzione pone un dovere che definisce “sacro”: cioè la difesa della Patria. Scorrendo i commenti sui social, sui siti dei giornali, emerge la solita polarizzazione: chi è a favore di questi gruppi (“non se ne può più degli extracomunitari”) e chi è contro (“la giustizia non è privata”).
Ora, viene semplice indignarsi nei confronti di questi ragazzi, dire che l’Italia non è questa, che c’è altro oltre alla violenza, al razzismo e al fascismo che queste azioni comportano e significano. Ma c’è davvero, altro?
Ed è anche semplice dire che la colpa è del Governo attuale, data l’estrazione e la matrice dello stesso.
Queste ronde sono in primo luogo il risultato della commistione tra la sicurezza e i social; in secondo luogo, la naturale conseguenza delle politiche che anche, sottolineiamo anche, la sinistra ha adottato nei confronti degli extracomunitari.
I primi CPR sono stati ideati e aperti del 1998 dal Prodi I; nel 2017, è stato il governo Gentiloni (Ministro dell’Interno era Minniti) a provare ad aprire un CPR in ogni regione, nonostante le denunce da parte delle ONG. Ed è sempre Minniti ad aver siglato l’accordo con il premier libico al-Sarraj per gestire meglio i flussi obbligatori. Ripetiamo la domanda: c’è altro in questo Paese? Un’alternativa all’odio, al razzismo, all’ignoranza?
Attenzione: Mimmo Lucano e Riace sono la mosca bianca, non la normalità. (Trovi qui l’intervista che gli abbiamo fatto)
Mentre su Striscia La Notizia, capostipite della spettacolarizzazione della violenza, vediamo Staffelli inseguire le borseggiatrici e Brumotti addentrarsi a Rogoredo; mentre ridiamo della consigliera veneziana che grida “Attenzione pickpocket!”; mentre scorriamo Milanobelladadio o Welcome to favelas; mentre ascoltiamo La Zanzara che ospita il Cicalone – mentre facciamo tutto questo chiediamoci: nel 2025, in Italia, esiste una valida alternativa alla violenza?
Magari la prossima volta, prima di lasciare un mi piace a chi insegue le borseggiatrici, facciamoci due domande.
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